La XX edizione della Mangialonga levantese è ormai dietro di noi, ma emozioni e sapori sono ancora più che vivi

Questa è stata la mia seconda Mangialonga, ma cambiando itinerario e menù ogni anno, ripeterla con gli amici è in realtà ogni volta una nuova esperienza.

Scoprire borghi e scorci nuovi, assaggiare piatti della tradizione locale che a dire il vero raramente cucino perché richiedono la pazienza che non ho, degustare vini, cantare a squarciagola e ballare sulle note di complessi musicali sempre pronti a far divertire e poi percorrere sentieri naturalistici che in questa stagione regalano colori e profumi intensi sono tra le sfumature di un evento che non delude mai.

Quest’anno l’itinerario ha interessato il levante della vallata di Levanto, facendo tappa in otto borghi storici che per una giornata vengono travolti e stravolti da centinaia di viandanti, ai quali viene offerto, oltre a un impagabile panorama, un pizzico di autenticità e tanta allegria.

Arrivati in piazza Cavour, cuore di Levanto e antico chiostro del convento delle Clarisse, insieme ai buoni pasto abbiamo ritirato anche una bandana blu e uno zainetto in tinta. Gradita sorpresa per i numerosi partecipanti disorganizzati…

Questo il nostro itinerario lungo ben 10 chilometri

La camminata fino a Ridarolo è stata molto rilassata e facile e ci ha permesso di curiosare tra le bancarelle del mercatino dell’Artigianato di via Garibaldi prima di passare l’antica porta del paese e lasciare il centro storico. Non avevo mai percorso questa tratta a piedi e il numero di orticelli ben curati che si incontrano mi ha positivamente sorpresa, per non parlare della bontà della focaccia alla salvia che ha accontentato proprio tutti!

Il sentiero che sale a Fontona è già meno facile, ma le risate collettive sono state talmente contagiose da trasformare la salita in un grande momento di condivisione e socializzazione 😉 All’arrivo poi il battuto di lardo di Castiglione Chiavarese, il vino rosso e la musica hanno ulteriormente incrementato le risate

Il sentiero che porta a Chiesanuova e poi a Legnaro invece era già ben noto sia ai miei amici che alla sottoscritta grazie alle passate edizioni di SenSuoSa, ma il panorama sulla vallata e sul mare è talmente suggestivo da non stancare mai e non hanno stancato neppure la panissa fritta e i deliziosi ravioli al tocco (il ragù di carne secondo la tradizione ligure) digeriti a suon di passi di ballo caraibico!

Lasciare Legnaro e la sua musica ha richiesto un certo tempo e la camminata fino a San Bartolomeo una certa determinazione, ma anche questo sentiero ha riservato scorci mozzafiato, canti di gruppo e nuove amicizie consolidatesi ulteriormente una volta a destinazione, mangiando bagnun di acciughe al ritmo di canzoni popolari genovesi. Questa chiesetta in mezzo al bosco poi ha un che di poetico e pare incantata. Un luogo ideale per fare meditazione o yoga 🙂

La quinta tappa a Pastine mi ha fatto realizzare che amo la lattuga ripiena. Le verdure ripiene in generale sono tra i piatti tradizionali della cucina ligure, ma conoscevo solo zucchine, cipolle, pomodori e peperoni. Non è mai troppo tardi per imparare…

Da Pastine a Vignana sono solo pochi minuti a piedi, ma abbiamo fatto un viaggio nel tempo! All’arrivo in questo curiosissimo borgo vista mare, oltre al gradito piatto di fave e salame, abbiamo trovato un complessino annni ’60 strepitoso che ci ha fatto prolungare la sosta a oltranza. Abbiamo cantato a squarciagola, riso, ballato e così facendo vissuto un momento speciale il cui ricordo resterà a lungo.

L’ultima tappa è stata dolce, sia per il castagnaccio con l’uvetta che perché in discesa! Paion dettagli, ma dopo chilometri a piedi la discesa fa sempre piacere 😉 Non ero mai stata a Lerici (già, proprio come la cittadina del Golfo dei Poeti) e ora so che merita una visita più tranquilla. Sono infatti rimasta molto colpita dall’arco in pietra alle sue porte, dal pergolato fiorito e dalla graziosa piazzetta centrale. Ci tornerò con calma.

All’arrivo in piazza Staglieno a Levanto abbiamo mangiato ancora un po’, approfittando dello stand della città slow di Orvieto che per l’occasione ha servito biscotti cotti nel forno a legna e liquore Svinnere. D’altronde si chiama Mangialonga eh!

Siamo rientrati nel tardo pomeriggio, stravolti e felici e pensando già alla prossima edizione, alla quale parteciperemo probabilmente ancor più numerosi. Nel mentre, ci stiamo scambiando foto e vide esilaranti e continuiamo a ridere ripensando ai momenti passati insieme, alle belle emozioni e ai tanti incontri fatti in questa intensissima giornata.

Prima dell’annuncio del programma della Mangialonga 2016, prevista quasi certamente per la terza domenica di maggio, e la relativa apertura delle iscrizioni, vi consiglio di seguire la pagina Facebook di Visit Levanto, per non perdere altri eventi che meritano e per scoprire tutte le foto dei partecipanti a quest’edizione appena passata.

Inutile precisare che consiglio l’esperienza

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